TEATRO APERTO NARDÒ
… una iniziativa molto seguita, un’eredità dei tempi del Covid
Ogni mercoledì,
dal 29 luglio 2020 fino a…
(difficile stabilirlo)
dalle ore 18:00 alle 21:00,
la ‘nostra’ casa del teatro, il Teatro Comunale di Nardò, sarà aperta a tutti, agli artisti e al pubblico, ai passanti, a chi vorrà raccontare, capire o testimoniare,
sulla funzione del Teatro nella vita di una comunità.
Siamo tutti invitati a partecipare!
Il Teatro è vuoto
di Agostino Aresu – attore di TerramMare Teatro
Non basta aprire un teatro per riempirlo.
Non basta un’attrice in scena per fare uno spettacolo.
Non basta scrivere un testo per metterlo in scena.
Non basta memorizzare un copione per esserne padroni, tecnicamente, fisicamente, mentalmente.
Non basta.
Dietro c’è un pensiero, un’esigenza, un’idea, un progetto, uno studio, un lavoro enorme. Ci sono relazioni, ascolti, confronti. Dietro c’è una lotta quotidiana per sopravvivere. Persone, famiglie, responsabilità. Uno spettacolo è il frutto di un percorso lungo, tortuoso, il risultato di un lavoro minuzioso che dal generale arriva al particolare, dall’ideazione alla creazione.
Tutto ciò è il lavoro, nel suo processo. Ancor più che il risultato finale, ancor più che un’ora e mezzo di spettacolo. Giornate, mesi. Progettazione, organizzazione, studio, scrittura, costruzione, prove, recitazione, regia, scenografia, luci, audio, ancora prove, ancora progettazione, promozione, distribuzione…
Non c’è ricchezza dietro il nostro lavoro. Il nostro non è un teatro dai grandi cachet.
C’è sforzo, sudore, lotta… smisurati rispetto al rientro economico e spesso rispetto anche alla dignità stessa del lavoro. Ci sono speranze e disillusioni, sacrifici e attese.
Non ci sono stipendi nel nostro mestiere ma ritardi, calcoli e ricalcoli.
Ma il nostro NON è un lavoro inutile. Non voglio paragonarlo ad altri lavori, non ne ho bisogno ma ripeto, il nostro, NON è un lavoro inutile. Sarebbe inutile la cultura, forse anche la scuola tutta, sarebbe inutile la psicologia e la sociologia, sarebbe inutile tutto ciò che non ha un collegamento diretto con l’economia e la sopravvivenza.
E allora non basta aprire un teatro per riempirlo, occorre farlo vivere, occorre ripensarlo a partire da questo vuoto.
Ora “Il Teatro è Vuoto”, ma dentro continua a vivere, di prove, pensieri, creazioni, idee, scritture, visioni, cavi, casse, fari, partecipazione, lavoro… ancora più invisibile di prima, ancora più nascosto, ancora più dietro le quinte, sul palcoscenico di fronte a una platea vuota. Perché non basta aprire un teatro per riempirlo.
Non basta aprire ma è l’unica cosa che possiamo fare!
È bellissimo vedere e sentire la “casa del Teatro” di Nardò, colma di speranze ed entusiasmi, fantasia e creatività, calore e vicinanza… Grazie a tutti